giovedì 2 dicembre 2010

COME ERAVAMO…



COME ERAVAMO…
A partire dagli anni della “Belle Epoque” le donne cominciano a reclamare un ruolo sociale che non le releghi soltanto tra le mura domestiche,iniziano a prendere coscienza dei propri diritti, a reclamare il voto ed il lavoro per dimostrare le proprie capacità e dare il loro personale contributo alla società.
Per effetto della seconda rivoluzione industriale, le donne  trovano un’occupazione soprattutto nel settore dei servizi; la maggiore parte del corpo docente è costituito da donne. Vengono allo scoperto le prime figure intellettuali, come pure le mondine e le operaie nelle fabbriche. E’ innegabile il contributo femminile all’economia durante gli anni del primo conflitto mondiale in sostituzione degli uomini impegnati a combattere. Sono indimenticabili le crocerossine al fronte.
Una denuncia della pesante subalternità femminile dal quale lentamente si cerca di uscire è contenuta nella biografia della scrittrice Sibilla Aleramo   intitolata “Una donna”e risalente addirittura al 1906.
I primi passi dell’emancipazione femminile segnano un forte avvicinamento a modelli di comportamento e d’indipendenza maschili. Questo fenomeno è evidente anche nell’abbigliamento. I grandi magazzini, presenti soprattutto nelle città, offrono abiti a prezzi inferiori rispetto alle sartorie. A partire dagli anni della guerra,  paillettes, guanti e lustrini da gran sera, non sono più oggetti del desiderio per mettere in risalto le forme o la condizione sociale.
Le più eleganti ragazze  borghesi che vivono nel periodo postbellico usano le loro qualità per emergere, vestono “alla maschietta”, portano capelli corti e frangia. Il loro cappello non è più troppo decorato con veli e piume, ma è “a cloche”. Le gonne abbassano le cinture sui fianchi, sono ormai lontani gli abiti “stile impero”. Gli orli si accorciano  fino al ginocchio e le gonne si lasciano scorrere dritte, “a canna di fucile”.
L’opinione pubblica rimane talvolta scandalizzata come pure i cattolici particolarmente osservanti e ancora legati all’immagine di una donna remissiva anche nel modo di abbigliarsi in pubblico. Le fanciulle si mostrano sempre più sicure e spigliate. Non è più una novità vederle truccarsi con un bel rossetto rosso o fumare.

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